La partita (racconto) - a photo on Flickriver

– Ma che barba!

Lo Spirito si rese conto di essere totalmente solo, e di annoiarsi a morte. Come effetto immediato, gli spuntò una barba folta e monumentale, che da allora gli è rimasta sempre appiccicata, e con la quale viene raffigurato dagli artisti di ogni epoca.

Si passò le dita sulla barba, e la trovò annodata ed ispida. Volendoci vedere chiaro, ebbe la consapevolezza di vivere immerso in un buio totale. Pensa che ti ripensa, risolse il problema allorché gli si accese la proverbiale lampadina in testa, evento cruciale ci è stato raccontato, in termini umani, attraverso la celebre frase:

– Fiat Lux!

Adesso sì! Con tutta questa luce scoprì di avere una testa triangolare, con un occhio indagatore al centro, e una barbona tale da ispirare il rispetto di chiunque l’avesse incontrato.

Al solo pensare la parola “chiunque” si trovò circondato da schiere di strani personaggi pieni di ali, che gli frullavano intorno incessantemente, tutti adoranti ed ossequiosi, tutto un obbedire e dire Sissignore: non c’era modo di sostenere una conversazione interessante con nessuno di essi. Pensò:

– Che il Diavolo se li porti!

Fra tutti questi angeli insulsi ne emerse uno, particolarmente bello e sfolgorante di luce:

– Lucifero, ai tuoi ordini.

Se ne stava già andando con una metà degli angeli presenti, quando si sentì chiedere:

– A cosa giochiamo?

Lucifero lo guardò perplesso.

– Ma cosa dici? Sai già che qualsiasi partita giochiamo io e te, a scacchi, briscola, freccette, finirà sempre in pareggio. Non ti sembra noioso?

– Allora costruiamo un Plastico!

Lucifero stava per andarsene sdegnato, i plastici sono cose da bambini. Ma lo Spirito aveva già cominciato a fare posto sul tavolo, separando le acque dalle acque e il giorno dalla notte.

– E i trenini?

– Mica dobbiamo fare tutto noi! Basta gettare qualche seme… sta’ a vedere.

Spuntarono piante sopra e sott’acqua, insetti, pesci, animali, uccelli: in poco più di qualche miliardo di anni il plastico brulicava di vita… e di morte.

– Ma che disastro, questa è una carneficina! Le piante vengono mangiate dagli animali più piccoli, che vengono divorati da animali più grandi, i quali si ammazzano e si mangiano fra loro. Ma a te, tutto questo, diverte?

– Aspetta, ora viene il bello: manca l’ingrediente principale. Ora creiamo un essere a nostra immagine, che…

– Nostra? A immagine Tua, vorrai dire! Io non ci voglio avere a che fare.

– Ecco la mia proposta: in questo plastico mettiamo l’Uomo. Io gli do delle regole ben precise, e tu cerchi di farlo disobbedire. Vince fra di noi colui a cui avrà dato retta.

Passano anni, secoli, millenni, e questo pover’Uomo si ritrova annoiato e depresso, non trovando niente di interessante da fare. Tale noia assale anche i due Giocatori:

– Puah, che razza di gioco. Ho dedicato i migliori anni della mia vita per partecipare a questa cosa insulsa… e ora pretenderai anche di avere vinto!

– Certo che ho vinto: per quanto tu lo abbia tentato, non ha mai trasgredito agli ordini!

– Va bene, va bene, hai vinto tu. Ma voglio la rivincita!

– … cioè?

– Mettigli accanto una compagna: vediamo cosa succede dandogli qualche distrazione.

In breve tempo l’Uomo fu addormentato, gli fu tolta una costola, fu ricucito, e quando si svegliò vide accanto a sé una Donna che lo guardava con estremo disprezzo:

– Bel capolavoro di Uomo che mi sono ritrovata! Io a spaccarmi la schiena con le faccende tutto il santo giorno, e tu a dormire beato a pancia all’aria sul divano.

– Ma… io…

– Niente ma! Va’ in giardino a tagliare le erbacce: chissà da quanto tempo non ci metti piede!

– Neanche per idea: nel giardino ci sono piante che mi è stato comandato di non mangiare e non toccare, neanche le voglio guardare. Non voglio correre rischi: in giardino vacci tu!

Così l’Uomo si rimise a guardare la televisione bevendo una birra, mentre la Donna usciva in giardino con il tosaerba, mugugnando. Sul più bello incontrò un animale dalla forma tutta allungata.

– Lo vedi quell’albero? Mangia uno dei frutti, vedrai che la tua vita cambierà, ti libererai di quell’Uomo insulso e realizzerai tutti i tuoi sogni.

Rientrando in casa, la Donna iniziò a percuotere il povero Uomo con il battipanni, dicendogliene di tutti i colori: da allora per lui fu un inferno, tutto un susseguirsi di improperi, ordini e compiti da svolgere. Non potendone più, uscì a prendere una boccata d’aria in giardino. L’animale dalla forma allungata era ancora lì:

– La tua Donna ha mangiato uno di quei frutti: ti consiglio di fare altrettanto, altrimenti non ne uscirai vivo.

–––––––––––––––––––––––––

– Ho vinto, ho vinto!

Lucifero effettivamente era riuscito a far disobbedire l’Uomo.

Ma la partita non era affatto finita: Uomo e Donna continuavano ad esistere, intercalando rare occasioni di tenerezza a ben più frequenti momenti di scontro. Lucifero, stranamente, si commosse:

– Non puoi lasciarli lì in eterno a vivere questa vita orribile. Fa’ qualcosa!

Fu mandato un angelo, anzi, un arcangelo, a dire loro: di farla finita, di levarsi di torno, e di andare in giro per il Plastico fino a popolarlo e dominarlo completamente.

– Il gioco non è per niente finito, bello mio! – disse lo Spirito, sogghignando.

L’Uomo e la Donna ebbero vari figli, sempre in lite fra loro, con botte da orbi e persino qualche ammazzamento. La vita sul Plastico diventò un inferno per tutti: non ci fu pianta o animale che non dovesse fare i conti con questi nuovi arrivati, avidi ed arroganti. Neanche il Plastico in sé fu più al sicuro: modificato da cima a fondo, fra costruzioni, dighe, gallerie, ponti e quant’altro. Non ci fu più pace per niente e per nessuno.

Ancor prima che il Plastico fosse stato riempito iniziarono aspre guerre fra le varie fazioni, che venivano combattute con armi sempre più raffinate: una carneficina dietro l’altra. Una trama talmente scontata e ripetitiva che i due Giocatori stavano per soccombere dalla noia, ma qualcosa li fece trasalire: una serie di botte fortissime, una gragniuola di bombe atomiche che uccise e distrusse tutto, fino a far sciogliere l’intero Plastico e farlo scivolare sotto al tavolo.

– Sapevi che si potessero fare bombe di questo tipo? – chiese Lucifero, sgomento.

– Veramente no… non me lo sarei mai immaginato!

– Comunque sia, ho vinto io.

– No, ho vinto io!

– No, io…

– No, io…

Il battibecco andò avanti per un bel po’, finché lo Spirito suggerì, a mezza voce:

– Pareggio?

– Visto? Te l’avevo detto fin dall’inizio, che sarebbe andata a finire così!

– ... E adesso... a cosa giochiamo?

© aldoaldoz, 13 ottobre 2018
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Taken on: October 13, 2018

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