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Bari.

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Puglia.
Siamo stati pochi giorni in puglia, ma sono contentissima di esser partita anche per poco, anche perché avevamo rinunciato all'idea di una vacanza, visto che lui ha cambiato lavoro da poco, e andava benissimo anche così.
Scontato, la puglia è bellissima. Ma se devo esser sincera le cose che mi hanno colpito di più non sono le viste mozzafiato sul mare.
Le persone. Sono venuta con un ricordo dei pugliesi come persone abbastanza fredde, e alla fine ho parzialmente cambiato idea. Ho trovato persone estremamente gentili, già dalla proprietaria del b&b dove soggiornavamo, che ci ha dato un passaggio la prima sera da Bari ad Alberobello(dove avevamo la camera), o che ci ha regalato un libro su Bari quando ci siamo salutati, perché le avevamo detto che ci era piaciuta. Ricordo pure il signore anziano a cui avevamo chiesto indicazioni, che voleva accompagnarci in stazione perché eravamo lontani.
Sono spesso i modi bruschi a forviare. Ma fa parte della bellezza dei pugliesi. Come la signora delle sgagliozze, che coi suoi modi frettolosi me l'ha gettate in un sacchetto e date, senza manco salutare a momenti. Però lo capisci che è quella “rudezza” senza malignità, son così e basta.
Mi ha dato l'impressione di una terra che ancora non sa gestire il turismo, che non si rende conto del potenziale da sfruttare, e che quando lo fa finisce per esagerare. Ne sono un esempio le ferrovie inefficenti, zone prive di collegamenti, treni soppressi per il periodo estivo nelle zone a più alto passaggio di turisti, stazioni dove i binari di partenza si capiscono ad intuito, perché sui monitor non son segnati, e il dipendente al banco non ha voglia di avvisare al microfono. O i negozi che aprono quando gli pare e chiudono nelle ore più affollate. O al contrario, i trulli che se vuoi visitare la terrazza devi per forza acquistare qualcosa.
Tutto questo agli occhi di chi viene da più su, può sembrare una follia.
Però credo che bisogna cambiare atteggiamento di fronte a tutto ciò. A guardarli ho avuto l'impressione che a loro sta bene così, sta bene che la loro terra non venga incontro al turista perché è la loro, e se capisci questa cosa, per assurdo apprezzi ancora di più la puglia. È quel fascino di quello che è ancora intatto da tempi, illibato, come guardare una tonda arancia ancora sull'albero, e una spremuta fino alla buccia.
Mi sembra una regione portata all'apertura del cambiamento forse per necessità, ma in maniera molto lenta.
I pugliesi amano la loro terra, le loro tradizioni, loro stessi, e questo è bellissimo. Bari la sera si riempie di famiglie o amici che escono e si piazzano per strada un tavolino di plastica, per mangiare tutti assieme, o farsi una partita a carte, mentre mangiano le sgagliozze che frigge la stessa vecchietta da anni. Sarà che le case sono piccolissime, sembrano fatte apposta per gettarti fuori casa tra la gente.
Siamo tornati a Roma con blablacar, un passaggio dato da due ragazzi pugliesi(gentilissimi), che vivono a Roma da diversi anni oramai, e ci raccontavano quanto gli mancano le domeniche con tutta la famiglia a mangiare sempre gli stessi piatti pesanti, il mare, la tranquillità. Quando ce lo raccontavano pensavo che a Roma non si abitueranno manco fra altri 10 anni, loro sono della Puglia. Appartengono a quella magia tipica del sud. Parlavano male della mia città, potevo controbattere con le tante arretratezze dei loro posti, ma che senso avrebbe avuto?! Riuscivo ad immedesimarmi nella loro sofferenza perché ho visto a cosa appartengono.
La mattina mentre facevamo colazione, vedevo spesso passare al bar un vecchietto tutto tondo, che girava con un mazzetto di basilico sull'orecchio, me ne ero innamorata.
Porgevo sempre l'orecchio ad ascoltare gli anziani, per sentirli parlare in dialetto, mi facevano troppo ridere.
Vedevo i bambini per strada a giocare con la bici, il pallone, il cerchio…
I vicoli. Era bello passeggiare tra i vicoli e sentire il profumo di famiglia formato frittura di pesce, le tv tenute alte, le porticine delle case lasciate aperte, con la gente che svolgeva le proprie faccende quotidiane come nulla fosse, quei vicoli curatissimi diventavano un'altra stanza, eri a casa loro.
Il cibo. Abbiamo mangiato tantissimo, è una terra che offre delizie da non poco, avevamo sempre un sacchetto di taralli pronto a smorzare la fame prima di pranzo o cena. Quando sentivi il profumo di focaccia in ogni angolo del paese.

Insomma non mi sono sentita a casa come potevano spingermi a sentirmi in altre regioni, ho vissuto la puglia come chi spia qualcosa che non gli appartiene, ho infilato il naso nello spiraglio della porta,
e me ne sono innamorata.

Bari.
Il 25 quindi siamo partiti per la puglia e non ci tornavo da qualche anno. Ai tempi non è che mo dedicai molto all'arte e alla gente, venivo per divertirmi da amici.
Abbiamo viaggiato con Blablacar anche all'andata, e i compagni di viaggio, pure loro una coppia pugliese molto gentile, ci hanno lasciato a Bari.
Tolta l'umidità altissima che mi ha fatto uscire di testa non poco, Bari è straordinaria, i baresi sono straordinari.
La città è bella ed è scontato, ma sono i baresi la vera anima del posto.
Guidano come pazzi peggio di noi romani, il nonno e il papà di Andrè(di Brindisi), li chiamavano “i milanesi del sud” per come si vestono, ed effettivamente il soprannome calza a pannello, ma non so perché ‘sto stile ricercato su di loro ti strappa un sorriso. Quando parlano urlano e sembra sempre si stiano insultando, e ho passato la giornata a ridere per questo, perché il loro dialetto è fantastico. E a cercare di ripetere la parola “cosa” con la loro o, che ad Andrè riesce e a me no. Per le piazze e i vicoli devi stare attento ai bambini che corrono come pazzi sulle bici, o li vedi giocare a pallone, le bambine con i cerchi(e Andrè sottolineava: “Da quanto non vedi una bambina giocare con i cerchi all'aperto?! È bellissimo vederlo ancora”.) Non abbiamo visto nessuno camminare col cellulare appiccicato al naso, anzi non abbiamo visto proprio nessuno col cellulare, eccetto un tizio in giro sul motorino che ce l'aveva per metà incastrato nel casco e chiacchierava non si sa come.
Come ho già detto, la gente si porta da casa tavolini e sedie e si piazza in piazza o sul lungomare a cenare, o a giocare a carte. Verso sera i vicoli si riempiono di gente vicino alla signora storica che cuoce le sgagliozze, non ho visto nessuno con un panino del Mc il mano, ma tutti avevano un sacchetto di questa polenta, a farti capire che qui devi mangiare la polenta fritta, che ci tengono alla tradizione. L'abbiamo presa anche noi, e devo dire da non amante della polenta, che è buona, poi siccome non abbiamo fatto in tempo a finirla, abbiamo avuto l'idea geniale di metterla nello zaino e temo che toccherà bruciarlo per levare l'odore di fritto, in camera si sentiva per tutta la stanza, e il sacchetto con la polenta fritta ha riversato i giorni a seguire sul davanzale della finestra.

[È più forte di me ma quando sono in giro a fare la turista non riesco a scattare con la giusta attenzione, in più la macchina ha i soliti problemi che col caldo peggiorano sensibilmente, e quei giorni il sole picchiava forte, però devo dire che temevo molto peggio.]

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Taken on: August 25, 2015

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